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Dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00, solo il mercoledì dalle ore 15.30 alle 17.30. Le visite guidate di gruppi e classi scolastiche si effettuano, concordando data e orario, dopo preventiva autorizzazione.

Il patrimonio librario. Manoscritti e libri rari della Biblioteca Lucchesiana

Il conte Andrea Lucchesi Palli, vescovo di Agrigento rende comune a tutti l’uso della sua biblioteca, ogni giorno non festivo, due ore prima e dopo il mezzogiorno. A tutti sia permessa l’entrata. Nessuno vi entri di nascosto né avvicini la mano agli scaffali; si domandi il libro desiderato, lo si adoperi e lo si conservi intatto… si mantenga il silenzio né, leggendo ad alta voce, si importuni gli altri; sul punto di andarsene si chiuda il libro; se piccolo lo si restituisca a mano; se grande se ne avverta l’inserviente e lo si lasci sul tavolo; nulla si paghi; più ricco se ne esca fuori e più frequentemente si ritorni.
                                                                                            

La Lucchesiana nasce grazie alla donazione da parte di Andrea Lucchesi Palli della sua ricca collezione libraria, caratterizzata non solo dalle peculiarità tipiche di una pubblica biblioteca con funzioni di educazione primaria, ma anche dei requisiti necessari a soddisfare esigenze culturali e intellettuali più elevate.

Il vescovo agrigentino, in un contesto sociale nel quale l’istituzione di una biblioteca era ritenuta inutile, se non addirittura dannosa per la maggiore opportunità di far rimanere il popolo e la borghesia nell’ignoranza e nell’analfabetismo, aveva capito l’importanza fondamentale dell’accesso libero al patrimonio culturale.

Figura di ampie capacità intellettuali e grandezza di vedute, rimane, tuttora, estremamente attuale per aver intuito la funzione didattica ed educativa dell’arricchimento culturale, condizione essenziale per pervenire allo sviluppo sociale e culturale di una città, meravigliosamente ricca di un passato maestoso, ma ormai in decadenza e in rovina. Consapevole dell’importanza vitale di rendere l’accesso alla biblioteca fruibile da tutti, Andrea Lucchesi Palli, direttore-principe dell’Accademia del Buon Gusto, con le opere della propria raccolta libraria di valore ed interesse inestimabile gettava le fondamenta per la costituenda Biblioteca Lucchesiana. Con la donazione, inoltre, intendeva offrire ai suoi abitanti uno strumento di elevazione, di istruzione e di emancipazione culturale che, unito alla missione dei Redentoristi, diveniva anche mezzo di evangelizzazione «in vantaggio e profitto delle anime», tanto più importante se rapportato alle scarse possibilità che offriva l’ambiente agrigentino. «Ora la divina provvidenza ha disposto, che monsignor Lucchesi fabbricasse un’ampia casa pochi passi distante dalla cennata chiesa, per abitarvi gli uffiziali della sua famosa Libreria che nuovamente ha piantata per comodo dei pubblico, cittadini e forestieri studiosi, cioè per lo bibliotecario e sottobibliotecario. E gli è venuto in mente di darci l’uso perpetuo dì detta casa per comodo e abitazione nostra, col peso di aver cura della suddetta Libreria, assegnandoci a tal fine 54 onze di salario ogni anno, cioè 24 ad un padre che il rettore destinerà come bibliotecario, 18 ad un altro sottobibliotecario e 12 onze per un fratello, che avrà cura di tenerla pulita. Non creda vostra signoria illustrissima e reverendissima che questa cura di Libreria sia di peso alla comunità. Non signore, è di onore perché la Libreria è magnifica, piena di libri scelti e rari: è di grande utilità alla nostra comunità, che può studiare senza spesa ogni sorta di libri e per la rendita di 54 onze annue, non è poi di peso perché la città di Girgenti non ha questi uomini studiosi, si contenta ognuno di quattro librazzi della sua casa. Vi sarebbero i collegiali e i seminaristi, ma questi del seminario hanno una buona Libreria, e non curano la Libreria dei vescovo. È tanto vero questo, che tutta la città e gli uomini savi hanno biasimata questa spesa eccessiva del vescovo come inutilissima in Girgenti, e che monsignore, portato dalla gloria di uomo letterato, abbia fatto più per ofanità che per utilità tanta spesa… Ora monsignore stende la donazione, il cui borrone l’ho fatto io, dove spero essermi bastantemente cautelato a beneficio nostro…» (Lo Iacono – Iacono – Iacono, 2018: 199-204).

Al momento del legato la libreria personale del vescovo, publico donata nel 1765 con atto di donazione del 16 ottobre 1765, (Iacono, 2011/2012: 135-143), complessivamente, consisteva in oltre novemila e duecento volumi che andavano dalle opere canoniche, di patristica, di storia della Chiesa, di teologia a quelle di filosofia, alle biografie, alle antichità, alla filologia e al diritto. Vi figuravano classici greci e latini, opere di letteratura, di arti e architettura, con un’attenzione specifica per i libri di geografia, ma anche di storia con particolare riguardo alle vicende relative alla storia di Sicilia. Nella raccolta si trovava, inoltre, un numero consistente di opere di carattere scientifico, matematico e, soprattutto, medico, nonché opere enciclopediche e dizionari (Aquilino,1877: 42-43).

Oggi lo stato di conservazione può considerarsi buono e i volumi, ben custoditi, sono disponibili per la consultazione e all’occorrenza, selezionati per rassegne bibliografiche e documentarie.

Le opere appartenute ad Andrea Lucchesi Palli si identificano dalla firma Andrea Lucchese e Lucchese, Andrea Lucchese e l’ex libris autografo Ex Bibliotheca Andrea Lucchese ex Principibus Campifranci presenti sulle carte di guardia, sui frontespizi o, nella forma semplificata Andrea, su alcune pagine dell’esemplare.

I volumi della biblioteca del vescovo nella sala monumentale erano sistemati nelle scaffalature in modo tale che le scienze umane e sacre fossero in perfetta armonia tra di loro, secondo la ripartizione per discipline segnate nei cartigli e simboleggiate da due figure femminili allegoriche scolpite in legno nella cornice di due ovali: la fede che conosce le realtà divine per speculum e la ragione che, invece, indaga quelle naturali con l’esercizio dell’intelligenza e lo studio. Le due scienze si fronteggiavano in dialogo per raggiungere la verità: Dio. La ragione e la fede sono le due ali che permettono all’uomo di volare in alto e conoscere Dio (San Giovanni Paolo II, Fides set Ratio, lettera enciclica del 14 settembre 1998).

Nel primo ordine si trovavano frontalmente le discipline collocate in ciascun armarium in perfetta corrispondenza: I, Sacrae Litterae, II, Historia Ecclesiastica. III, Canones. IV, Patres. V, Theologi. VI, Philosophi. VII, Antiquarii. VIII, Leges civiles. IX, Historia profana. X, Humaniores Litterae. I, Manuscripta (erano collocati nelle librerie XI e XII accanto alla figura marmorea del donatore, probabilmente perché lo stesso li considerava i più preziosi della sua collezione).

Nel secondo ordine della grande sala, invece, non vi era corrispondenza tra sacro e profano, evidentemente perché, rispetto a quelle presenti nel primo, le discipline erano tra le più disparate: I, Miscellanea. II, Ascetici. III, Viatores. IV, Historia Sicula. V, Sacrae Litterae. VI, Historia Ecclesiastica. VII, Liturgia Sacra. VIII, Canones. IX, Patres. X, Concionatores. XI, Theologi. XII, Theologi morales. XIII, Philosophi. XIV, Medici. XV, Antiquarii. XVI, Leges civiles. XVII e XVIII, Historia profana. XIX, Humaniores Litterae. XX, Philologi. XXI, Vitae. XXII, Critici varii.

Nella raccolta di Lucchesi Palli trovavano posto anche i libri proibiti, il cui Indice (Index librorum prohibitorum) era stato istituito nel 1559 da papa Paolo IV; consisteva in un elenco di pubblicazioni vietate dalla Chiesa cattolica e si concretizzava in una forma di censura particolare del mondo cattolico, finalizzata ad applicare il controllo sulla produzione libraria ed a preservare i lettori da un certo numero di testi valutati pericolosi.

I libri proibiti, scritti da “eretici” e contrari alla fede e alla religione cattolica, “messi all’indice”, venivano collocati nell’antilibreria. Per alcuni di essi Mons. Lucchesi Palli aveva chiesto il permesso di conservarli sotto chiave nella sua biblioteca, permesso accordato da Papa Clemente XIII, che, nel prendere atto della donazione della Biblioteca, con la bolla del 10 dicembre 1765 dettava le condizioni per la custodia di tali volumi. Tra di essi figuravano: Ephraim Chambers, Ciclopedia ovvero dizionario delle arti e delle scienze che contiene una esposizione de’ termini ed una relazione delle cose significate da’ medesimi nelle arti liberali e meccaniche, e nelle scienze umane e divine edito a Napoli nella stamperia di Giuseppe De Bonis dal 1747 al 1754; Erasmus Desiderius, Omnia opera Des. Erasmi Roterodami, quaecunque ipse autor pro suis agnovit, neuem tomis distincta quorum Elenchum sequentes Catalogi perspicue exhibebunt stampato a Basilea dalla Froben nel 1540; Pietro Giannone, Dell’istoria civile del Regno di Napoli libri XL, stampato a Napoli da Niccolò Naso nel 1723 (Iacono, 2017-2018: 110-117).

Risultava essere tra i primi benefattori della Lucchesiana, con un lascito testamentario di gran parte della sua raccolta libraria, D. Antonio Lucchesi Palli, nipote del vescovo, principe di Campofranco e luogotenente generale del Regno di Sicilia dal 1822 al 1824 e dal 1835 al 1837.

Con decreto del vice Presidente della Camera dei Pari, firmato dal Duca di Montalto del 5 agosto 1848, il Parlamento generale della Sicilia imponeva agli editori e autori di tutte le opere stampate nell’isola l’obbligo di fornirne gratuitamente una copia a ciascuna delle seguenti “pubbliche Biblioteche”: Biblioteca del Comune di Palermo, Biblioteca dell’ex-Collegio nuovo Gesuitico, Biblioteca dei Padri dell’Olivella, Biblioteca dell’Università degli Studi di Palermo, Biblioteca di quella di Messina, Biblioteca dell’altra di Catania, Biblioteca Lucchesiana di Girgenti, Biblioteca Fardelliana di Trapani (Lo Iacono – Iacono – Iacono: 217).

Nel 1866 le biblioteche dei soppressi conventi di San Francesco di Paola, Carmine, Sant’Anna, quello dei Mercedari, San Domenico, Cappuccini e di San Vito, come si evince dalle note di possesso e dai timbri a stampa presenti sui frontespizi, venivano incamerate dallo Stato e assegnate ai Comuni, mentre i libri dei monasteri agrigentini soppressi erano assegnati alla Biblioteca Lucchesiana.

In una statistica redatta nel 1894 dal Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio la Biblioteca Lucchesiana risultava dotata di 18.724 manoscritti e volumi a stampa.

Il patrimonio bibliografico di oggi, conta circa 80.000 volumi e opuscoli di cui 35.000 circa anteriori al 1800, oltre ai periodici locali e a riviste specializzate.

È costituito da 32 codici arabi, 300 tra manoscritti italiani, latini e greci; 100 libri rari e di pregio; 410 tra incunaboli ed edizioni della prima metà del sec. XVI. Numerose sono le raccolte di giornali: parecchie annate della Domenica del Corriere, dal 1910 al 1924; il Gazzettino illustrato, dal 1928 al 1335; il Mattino illustrato dal 1925 al 1932; Il cittadino cattolico; La Sicilia cattolica.

Tra i giornali locali troviamo La Palingenesi, giornale di scienze, lettere e belle arti il cui direttore responsabile era Rocco Ricci-Gramitto, zio materno di Luigi Pirandello. Lo scopo di tale rivista era apparentemente quello di diffondere la conoscenza della letteratura contemporanea e della migliore cultura italiana ed europea. In realtà i redattori della Palingenesi attraverso l’elevamento culturale della gioventù benestante agrigentina, intendevano promuovere la rinascita di un sentimento nazionale e mandare comunque dei precisi segnali di rinnovamento politico. Sui pochi numeri posseduti riscontriamo scritti di Giambattista e Giuseppe Picone, Raffaello Politi, Domenico Bartoli, Giuseppe Cognata, Gaetano Nocito, Giorgio D’Alia e Pasquale Campagna.

Troviamo, inoltre, alcune annate del Corriere di Girgenti; Giornale di Girgenti; Sicania e Akragas : bollettino di studi, scoperte ed attività varie. Dell’Amico del popolo, il settimanale dell’arcidiocesi di Agrigento, pubblicato dall’8 dicembre del 1955 fino ai giorni nostri, la Lucchesiana possiede tutte le annate.

La biblioteca viene ulteriormente incrementata grazie alla donazione da parte di avvocati, canonici e sacerdoti di Girgenti delle loro ricchissime collezioni private.

Tra le donazioni segnaliamo la raccolta libraria del canonico Vincenzo Crisafulli, professore di diritto all’Università di Palermo, arrivata in biblioteca tramite mons. Bartolomeo Lagumina, capo della Commissione per il restauro e la conservazione dell’antica Girgenti divenuto in seguito vescovo di Agrigento.

Altre donazioni sono quelle dei canonici Giuseppe Russo, Angelo Noto, Michele Ravanà, Giuseppe Agnello Spoto e Salvatore La Rocca, dell’avvocato Francesco Paolo Terranova, dei sacerdoti Giovanni Sciascia Carbonaro e Federico Sodano, degli avvocati Filippo Salamone Zirafa, Paolo Ruggeri, di Rocco Ricci Gramitto (zio di Luigi Pirandello), di Salvatore Acquista da Racalmuto, di Henriette Konig Zirretta, di Antonietta Gaglio e di Giuseppe Lo Iacono, già dirigente alla Soprintendenza ai beni bibliografici per la Sicilia.

Negli ultimi anni il patrimonio librario viene ulteriormente arricchito in virtù della donazione da parte del canonico Domenico De Gregorio, presidente della deputazione dei canonici del capitolo della Cattedrale di Agrigento, nonché direttore della Biblioteca Lucchesiana, di circa 20.000 volumi, di cui 5000 già collocati e la restante parte in fase di inventariazione.

Le più recenti donazioni permettono alla biblioteca di dotarsi di un notevole fondo di storia e cultura siciliana, il che ne consente una fruizione più ampia e diversificata da parte di un pubblico sempre più vasto. Alla ricchezza e preziosità del patrimonio bibliografico non sono corrisposti adeguati strumenti di tutela, conservazione e divulgazione per renderlo di più facile ed immediata accessibilità, e di maggiore fruibilità da parte dell’utenza, attualmente limitata a causa della scarsezza di risorse umane e finanziarie. Carenze e limiti che si stanno superando di recente grazie all’intervento appassionato del direttore, don Angelo Chillura, che con grande impegno e con la collaborazione di alcuni bibliotecari e studiosi volontari, sta intervenendo per rendere possibile la salvaguardia e la valorizzazione del prezioso patrimonio con la pubblicazione di cataloghi scientifici ed esposizioni di mostre tematiche.

Si danno, nella sezione manoscritti, delle descrizioni sommarie divise per tipologia di materiale.

Cristina Angela Iacono

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