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Indirizzo

Via Duomo, 94, 92100 Agrigento AG

Orario:

Dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00, solo il mercoledì dalle ore 15.30 alle 17.30. Le visite guidate di gruppi e classi scolastiche si effettuano, concordando data e orario, dopo preventiva autorizzazione.

Fondatore

Biblioteca Lucchesiana. Andrea conte Lucchesi Palli, vescovo di Agrigento, scultura in marmo di Giuseppe Orlando, 1766 (foto di M. Palamenghi, 2024) .

Andrea Lucchesi Palli, figlio di Fabrizio, duca di Adragna dei principi di Campofranco, e di Anna Avarna dei baroni di Manganisi, nacque a Messina il 16 aprile 1692.

Compì gli studi presso i Gesuiti di Messina e li concluse nel 1715 conseguendo la laurea in Teologia e successivamente in Filosofia. Fu ordinato sacerdote il 1° novembre 1716 a Mazara del Vallo dal vescovo teatino B. Castelli.

Svolse la sua attività sacerdotale a Messina e a Palermo dove fu canonico della cattedrale, vicario generale dell’arcivescovo Marcello Papiniano Cusani (1754) e partecipò attivamente anche alla vita culturale della città, dove era in atto un travagliato e complesso movimento di risveglio culturale, divenendo uno dei membri dell’Accademia del Buon Gusto. fu Direttore dell’Accademia dal 1743 al 1748 e principe nel 1751, secondo gli statuti del 10 febbraio 1721, ricoprendo quindi cariche di prestigio nell’ambiente culturale cittadino e siciliano in generale.

Nel lungo periodo palermitano (1716-55) egli comperò la maggior parte dei libri, codici, monete e medaglie destinati a costituire il nucleo della sua futura donazione, provvedendovi per oltre 18.000 scudi «co’ miei propri denari, e co’ frutti del mio patrimonio, prima d’essere io vescovo di Girgenti».

In quel periodo, dal 1729 al 1745, tenne una corrispondenza con Ludovico Antonio Muratori (1672-1750) personaggio di primo piano nel mondo culturale del Settecento, che prese a modello per il sapere, la pietà verso il prossimo, la moderazione nelle questioni religiose. Nell’Archivio Muratoriano della Biblioteca Estense universitaria di Modena sono custodite le lettere che il Vescovo Lucchesi Palli scrisse al Muratori (Lo Iacono – Iacono – Iacono, 2018: 178-195).

Su proposta del re Carlo III (22 maggio 1755), nel concistoro del 21 luglio 1755, da Benedetto XIV fu nominato vescovo di Agrigento, una delle diocesi più estese della Sicilia: da mare a mare, dal Tirreno al Mediterraneo.

Consacrato a Roma il 27 luglio dal card. Gioacchino Fernando Portocarrero, prese possesso della diocesi e cominciò a svolgervi una azione pastorale rimasta memorabile nella storia della Chiesa agrigentina. Fu Vescovo di Agrigento dal 1755 al 1768, per 13 anni.

Il 28 ottobre 1755, dalla chiesa cattedrale, cominciò la visita pastorale della diocesi che compì recandosi personalmente in quasi tutti i suoi paesi, risolvendovi le questioni più importanti e lasciandovi norme e disposizioni molto sagge e adatte ai bisogni delle comunità parrocchiali, tenendo conto, specialmente, di quelli spirituali dei più poveri.

Assegnò al Seminario nuovi benefici per il mantenimento dei chierici e ne completò le fabbriche con l’aggiunta degli edifici che coronano il terzo atrio (1761) dove fu posto il suo stemma. Restaurò, ristrutturò e ampliò il palazzo vescovile dandogli l’aspetto monumentale, all’interno e all’esterno, che ancora si ammira.

Fino al suo episcopato, nelle scuole del Seminario e del Collegio dei Santi Agostino e Tommaso, insegnavano i padri domenicani; mons. Lucchesi li sostituì con sacerdoti della diocesi che si dimostrarono degnissimi della sua stima e fiducia. Sua preoccupazione particolare fu la cura delle anime con frequenti predicazioni e missioni per cui chiamò in diocesi i Redentoristi, fondati da S. Alfonso de’ Liguori, assicurandone la permanenza per il futuro perché, come scrisse nel suo testamento: «la prima e principale opera che io ho avuto a cuore di fondare sin da quel giorno che Iddio mi chiamò al governo di questa mia cara città e diocesi, si è stata quella delle Sagre Missioni». Nell’archivio della Congregazione dei Redentoristi a Roma sono custodite le lettere che il vescovo Lucchesi Palli scrisse a S. Alfonso. (Lo Iacono – Iacono – Iacono, 2018: 196-197).

Contribuì al benessere della città e dei borghi vicini facendo pavimentare a proprie spese alcune strade cittadine e sistemare quelle che conducevano a San Nicola, Montaperto e Santa Elisabetta.

Aumentò anche la dote del Monte Frumentario delle Opere Gioenine perché in futuro i cittadini non soffrissero la fame.

La sua generosità si manifestò in maniera straordinaria durante la carestia del 1763, abbattutasi in Sicilia. Il vescovo mandò a Palermo, alla corte del viceré Fogliani, il canonico don Liborio D’Amico per ottenere aiuti ed il sacerdote Emanuele Caraccioli nei paesi vicini per acquistare frumento.

Il Lucchesi fu nominato dal Viceré soprintendente all’annona della città. Egli raccol­se i mendicanti e li fece nutrire a sue spese, durante i mesi più rigidi dell’inverno 1763-1764 e poiché qualcuno profittava del grano e del pane per specularvi, con misure severe lo impedì. Il pane ad Agrigento, durante quel periodo, sino a primavera inoltrata, non mancò mai.

L’opera svolta in questa occasione dal vescovo per fare fronte alla carestia con i propri mezzi e con la propria autorità, gli acquistò grande prestigio nei confronti della cittadinanza. In segno di gratitudine, una sera il popolo lo accolse all’ingresso della città, mentre tornava da una visita pastorale, con le fiaccole accese in mano accompagnandolo fino al vescovado per dare inizio a giochi d’artificio e sinfonie.

L’opera che perpetua la sua memoria è la monumentale biblioteca che donò al popolo agrigentino con atto notarile di Giovanni Giudice del 16 ottobre 1765. Dopo avere comperato il terreno adiacente il palazzo vescovile ed averlo livellato eliminando la collinetta, fece costruire la biblioteca nella quale collocare la raccolta libraria e la collezione antiquaria che aveva raccolto durante la sua vita.

La donazione venne confermata con atto del notaio Antonino Diana il 28 settembre 1768.

Lucchesi Palli possedeva una particolare capacità nel sapere conoscere, apprezzare e valorizzare le persone, per il bene della Chiesa. «colto nelle scienze umane e divine, aggiornato sulle correnti intellettuali europee, […] cultore dell’antichità classica, […] armonizzò fede e scienza, filosofia e teologia, come manifesta perfino l’ordinamento degli scaffali della sua biblioteca, ma visse, specialmente negli anni del suo episcopato, gli ideali di un sacerdote e di un vescovo preoccupato della vita spirituale del clero e del popolo» (De Gregorio: 1993: 31).

Lo scrittore Johann Heinrich Bartels (20 maggio 1761 – 1 febbraio 1850), 20 anni dopo la morte del Lucchesi, a seguito del suo viaggio nel Meridione d’Italia, nel volume Lettere sulla Calabria e la Sicilia pubblicato nel 1791, scrisse che «Era un uomo di eccezionale condiscendenza e gentilezza, ma possedeva una rara fermezza di spirito, un incrollabile coraggio e al primo sguardo riusciva a guadagnarsi la fiducia di ognuno; dagli agrigentini era amato come un padre dai figli […] ogni abuso della sua bontà respingeva con vigore […] Sapeva allontanare ogni lusinga e adulazione» (De Gregorio: 1993: 32).

Morì il 4 ottobre 1768 all’età di 77 anni. Venne seppellito nella Cattedrale di san Gerlando, nel mausoleo che si era fatto costruire ad opera dello scultore catanese Giuseppe Orlando, autore anche della statua di marmo nella grande sala lignea della biblioteca.

Nel cartiglio del mausoleo sono ricordate in modo sintetico le iniziative più importanti che il vescovo aveva intrapreso a favore della sua diocesi: «D.O.M. Andrea, conte Lucchesi Palli, vescovo di Agrigento, dopo avere perfezionato il seminario dei chierici negli studi e nella disciplina, lo ampliò nelle fondamenta con nuove costruzioni. Fece venire ad Agrigento, per rafforzare nel popolo il sentimento religioso, la Congregazione del Redentore, stabilendone in perpetuo il mantenimento. Affinché i cittadini per l’avvenire non soffrissero per la mancanza di frumento, aumentò l’obolo raccolto dal predecessore; fece inoltre selciare le vie della città e dei suburbi, edificò il Palazzo vescovile danneggiato dalle intemperie e lo abbellì, aggiungendo una biblioteca per la pubblica utilità, fornita di denaro per il mantenimento annuale, dopo aver tagliato e spianato la sommità del colle. Tutto ciò lo fece a proprie spese. Volle che gli fosse eretto questo monumento nel dodicesimo anno di episcopato. Visse 77 anni, governò 13 anni, morì il 4 ottobre dell’anno del Signore 1768». 

Michele Vella. Ritratto di Andrea Lucchesi Palli, vescovo di Girgenti. In Antichità del magnifico vetusto Agrigento con le sue medaglie attenenti ad esso opera di D. Michele Vella, [1768].
Raffaello Politi, ritratto di Andrea Lucchesi Palli.
Andrea Lucchesi Palli, atto di donazione della Biblioteca Lucchesiana. Notaio Giovanni Giudice. Agrigento, Archivio di Stato, manoscritto, 16 ottobre 1765, vol. 3309, c. 77r. Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Andrea Lucchesi Palli, conferma della donazione della Biblioteca Lucchesiana. Notaio Antonino Diana. Agrigento, Archivio di Stato, manoscritto, 28 settembre 1768, vol. 801, c. 24r. Su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Opuscoli di autori siciliani tomo quarto alla grandezza di monsignor Don Andrea Lucchese – Palli de’ principi di Campofranco vescovo di Girgenti assistente al sagro soglio della santità di Clemente XIII, e del Consiglio di S. M. Siciliana, Palermo MDCCLX.
Curti Gialdino, Paolo. Stato dell’Amore puro... Consacrato al merito singolarissimo di Monsignore D. Andrea Lucchese-Palli de’ Principi di Campofranco, vescovo di Girgenti, Prelato domestico della Santità di Clemente XIII., Assistente al Pontificio Soglio, Regio Consigliere &c. Palermo, Stefano Amato, 1760.
Diocesi di Agrigento. Ordinazioni e istruzioni della sagra visita pastorale da farsi nelle Chiese, Monisterj, e luoghi pii di questa Città, e Diocesi Girgentina da noi D. Andrea Lucchesi=Palli de' principi di Campo-franco, per la Dio grazia Vescovo di Girgenti, prelato domestico della Santità di N.S. Papa Benedetto XIV, e del sagro Pontifizio soglio Vescovo assistente, Regio Consigliero. &c. Girgenti 1766.