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Dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00, solo il mercoledì dalle ore 15.30 alle 17.30. Le visite guidate di gruppi e classi scolastiche si effettuano, concordando data e orario, dopo preventiva autorizzazione.

Gli elettrotipi della Biblioteca Lucchesiana

Grazie alle ricerche numismatiche (a cura di Lavinia Sole, Università degli Studi di Palermo) e archivistiche (a cura di Giovanni Scicolone, Soprintendenza BB.CC.AA. di Agrigento) è stato possibile ricostruire la storia delle riproduzioni monetali raccolte nella teca quadrangolare della Biblioteca Lucchesiana, da sempre collocata in prossimità del monetiere in legno dove era custodita la collezione numismatica del vescovo Andrea Lucchesi Palli. Si tratta delle copie del dritto e del rovescio di 71 monete, cioè in origine 142 esemplari, oggi ridotti a 140 a causa di due smarrimenti. Ai fini interpretativi, si sono rivelati significativi alcuni documenti individuati presso l’Archivio Storico Comunale di Agrigento, da cui è emerso che le riproduzioni e la teca furono donate nel 1883 dall’inglese Sir William Henry Gregory al nuovo Museo civico di Agrigento, ospitato dal 1876 presso l’ex convento dei Domenicani, lì dove era stata trasferita anche la collezione numismatica di Lucchesi Palli dopo la soppressione degli enti religiosi. Gregory era un uomo politico londinese, che si era recato in visita al Museo nel 1882 ed era rimasto colpito dalle raccolte ivi esposte, ma aveva notato una grave lacuna che interessava la raccolta numismatica. Al fine di colmare questo vuoto, promise quindi che avrebbe mediato con il British Museum per far giungere al Museo di Agrigento “elettrotipi” (o modelli galvanoplastici) delle più importanti monete della zecca di Akragas, custodite presso il museo londinese.

Si trattava di copie in metallo, molto somiglianti agli originali, realizzate mediante elettrotipia o galvanoplastica, una tecnica che sfruttava l’elettrolisi ed era molto utilizzata nell’Ottocento per creare riproduzioni di monete antiche. Come evidenziato dalle analisi archeometriche (a cura di Maria Luisa Saladino e Francesco Armetta, Università degli Studi di Palermo), i manufatti, realizzati in piombo con coloritura in oro, argento, bronzo, per meglio imitare i modelli, furono prodotti dagli elettrotipisti Robert Cooper Ready e dai suoi figli, che lavoravano presso il British Museum.

Le copie delle monete rappresentano una sintesi della produzione della zecca di Akragas dall’età arcaica all’età augustea e sono accompagnate da didascalie che riflettono la periodizzazione della produzione monetale antica della Sicilia, così come delineata dagli studi tardo-ottocenteschi anglosassoni.

Lo studio analitico degli elettrotipi ha permesso di identificare i corrispondenti originali tra le monete del più antico fondo del Medagliere del British Museum, formatosi negli anni ante 1814-1874 circa, quando l’istituzione museale si dedicò all’accrescimento delle sue collezioni numismatiche. Prima di essere immesse nella collezione, le 71 monete erano appartenute, infatti, a personaggi direttamente o indirettamente prodigatisi nell’incremento del patrimonio numismatico del Museo, tra cui molti viaggiatori del Grand Tour in visita in Sicilia.

Dal momento che durante la visita di Sir William Gregory presso il Museo di Agrigento, l’istituto ospitava anche le monete della raccolta di Lucchesi Palli, è stato verificato se tra gli elettrotipi potessero esservi copie delle monete del vescovo, ma la ricerca non ha dato esiti positivi. Di contro, è stato possibile rintracciare alcuni esemplari di un’altra collezione numismatica settecentesca, appartenuta all’agrigentino Giuseppe Rotolo e citata più volte da Gabriele Lancillotto Castelli, principe di Torremuzza, che ne fornisce anche le riproduzioni grafiche realistiche. Una di queste si riferisce ad un tetras di Akragas della fine del V-inizi IV sec. a.C., contromarcato con testa di Eracle con leontè e caratterizzato eccezionalmente da un antroponimo graffito in superficie (MIKIONOS), che garantisce unicità alla moneta e non lascia dubbi sull’identificazione con il bronzo inv. RPK,p224H.10.Agr del British Museum, cui corrisponde l’elettrotipo inv. 66124/45 .

L’aspetto interessante è che questo esemplare faceva parte della collezione numismatica di Richard Payne Knight, uno dei primi viaggiatori a visitare la raccolta di monete di Lucchesi dopo la sua morte (1777). È chiaro quindi che la raccolta monetale di Rotolo andò incontro ad un fenomeno di dispersione, di cui fu sicuramente protagonista Knight e che può essere collocata tra il 1781, data della pubblicazione dell’opera principale di Torremuzza, in cui le monete sono ancora di proprietà Rotolo, e prima del 1824, quando la collezione numismatica di Payne Knight venne assorbita dal British Museum.

Lavinia Sole

Abbreviazioni e bibliografia

Armetta, F., Saladino, M. L. 2025, II. Indagini archeometriche sugli elettrotipi della Biblioteca Lucchesiana, in “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatico”, c.d.s.

Scicolone, G., 2025, I. Nuovi documenti archivistici sulla collezione numismatica di Andrea Lucchesi Palli dall’Archivio Storico Comunale di Agrigento, in “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatico”, c.d.s.

Sole, L., 2025, Il perduto medagliere del vescovo Andrea Lucchesi Palli e la dispersione del patrimonio numismatico nel territorio di Agrigento all’epoca del Gran Tour, in “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatico”, c.d.s.

Teca contenente riproduzioni di monete (elettrotipi) di Akragas, custodite presso il medagliere del British Museum e ivi realizzate nel 1883 (foto L. Sole, Biblioteca Lucchesiana, Agrigento)
. Lettera di Sir William Gregory al Municipio di Girgenti (23 giugno 1883) (foto G. Scicolone, ASCA, busta 803, fasc. 2
Elettrotipo del tetradramma di Akragas (410-406 a.C.) inv. G1874,0715.10 presso il British Museum, con quadriga in corsa/coppia di aquile con lepre (foto L. Sole, inv. 66124/27: Biblioteca Lucchesiana, Agrigento)
. Particolare della teca con alcuni elettrotipi accompagnati da didascalie (foto L. Sole, Biblioteca Lucchesiana, Agrigento).
Tetras contromarcato di Akragas con graffito (fine V-inizi IV sec. a.C.). Ex coll. G. Rotolo (da Castelli, 1789, tab. I, 13)
Elettrotipo del tetras contromarcato di Akragas (fine V-inizi IV sec. a.C.) inv. RPK,p224H.10.Agr presso il British Museum, con aquila in volo e graffito/granchio con contromarca (testa di Eracle). Ex coll. G. Rotolo di Girgenti, poi coll. R. Payne Knight (inv. 66124/45: Biblioteca Lucchesiana, Agrigento)