Il monetiere ligneo
Alcune tracce delle monete di Andrea Lucchesi Palli si possono individuare all’interno del monetiere ligneo, ancora presente nei locali della Biblioteca Lucchesiana.
L’armadio, in noce, collocato ancora sulla sua base originaria (“tavolino” o “buffettone”), è provvisto di due ante di chiusura ed è composto da 72 vassoi lignei divisi in tre file adiacenti. I vassoi presentano 36 spazi quadrangolari delimitati da bordi, al cui interno vi sono delle basi rimovibili, in forma di dado, con una cavità circolare al centro per l’alloggiamento delle monete. Sulla base di ciascun vassoio, un numero arabo trascritto con inchiostro nero ne garantiva il posizionamento all’interno dell’armadio secondo un ordine progressivo, che attualmente risulta completamente alterato. Tenendo conto della presenza di 72 vassoi con 36 spazi per ciascuno, si desume che il monetiere potesse contenere 2592 esemplari, quindi circa il doppio delle monete stimate dalle fonti. Tuttavia, l’analisi autoptica ha permesso di comprendere che molti vassoi non erano mai stati utilizzati e quindi la capacità dell’armadio era stata calibrata anche in vista dei successivi ampliamenti.
Le modifiche occorse ai supporti lignei denotano le trasformazioni cui andò incontro il medagliere, forse a seguito dell’incremento e della progressiva organizzazione della collezione.
In particolare, lungo i bordi degli spazi quadrangolari dei vassoi vi erano delle iscrizioni, in corsivo e con una grafia molto irregolare, che provano la divisione della collezione in monete “greche”, “puniche”, “pegasi” “familiari romane”, “imperiali”, bizantine”, “arabe”, “moderne”. Altre diciture (I agrigentino, II agrigentino, Catania, Gela, Imera…), invece, attestano la particolare ricchezza delle emissioni della Sicilia, ma, nel complesso, dimostrano che in questa fase la raccolta, pur ampia, non era stata sistematizzata secondo criteri coerenti.
Lo sviluppo della collezione si ravvisa anche attraverso le iscrizioni poste sui dadi lignei, attorno all’alloggiamento circolare per le monete. Si trattava di didascalie in corsivo, non sempre intelligibili, relative all’etnico delle comunità emittenti della Sicilia, della Magna Grecia, alle gentes cui appartenevano i magistrati che firmavano le emissioni romano-repubblicane e agli imperatori. Successivamente gli alloggiamenti vennero ampliati, forse per contenere emissioni di modulo maggiore, e le didascalie originarie vennero tranciate, per far posto, ad altre analoghe, altrettanto discontinue nel tratto e in corsivo, che seguivano l’andamento dello spazio concavo. Probabilmente quando il medagliere assunse la fisionomia nota alle fonti, i vassoi vennero dotati di targhette in ottone, sovrapposte alle iscrizioni inchiostrate e talvolta anche al bordo dell’alloggiamento e su di esse vennero incisi gli etnici delle comunità emittenti greche e coloniali, tra cui Neapolis e Kaulon, i nomi delle gentes delle monete “familiari o consolari” romano-repubblicane, degli imperatori e delle consorti.



Lavinia Sole
Abbreviazioni e bibliografia
Sole, L., 2025, Il perduto medagliere del vescovo Andrea Lucchesi Palli e la dispersione del patrimonio numismatico nel territorio di Agrigento all’epoca del Gran Tour, in “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatico”, c.d.s.